Freddie

Fra esattamente 20 giorni, nei cinema italiani uscirà Bohemian Rapsody, l’attesissimo film sulla vita di un’altra icona indiscutibile della musica mondiale, Freddie Mercury.
Non vorrei essere stata nei panni di Rami Malek, l’attore meglio conosciuto come il protagonista della serie tv Mr Robot (che consiglio vivamente), quando gli hanno proposto la parte. Come minimo avrei alternato svenimenti ad attacchi di panico. Stiamo parlando di un film che verrà visto sicuramente da tutti i fan dei Queen e credo che, a parte J-Ax, ne esistano davvero pochissimi al mondo.
Qualche settimana fa ho sentito canticchiare “We are the champions” da un bambino di 6 anni (anche solo l’avesse sentita nella pubblicità di una nota marca di scarpe, gli è comunque entrata in testa) e diciamolo: chiunque li abbia sentiti almeno una volta nella vita se ne è innamorato.
Ora, non è per nominare solo icone della musica che ahinoi sono passati a miglior (?) vita, ma indubbiamente non si può parlare di Oddity senza almeno menzionare Freddie. La sua persona, il suo personaggio, il suo essere innovativo e precursore dei tempi nella musica, la sua vita privata, le sue idee, i suoi video.. insomma quante volte siamo rimasti “shockati” dalle stranezze, dalle novità che il suo grandissimo cervello aveva coniato? E da lì in poi quelle stranezze sono diventate cose a cui Freddie ci ha abituato.

Ricordo che era una domenica di primavera del 1991 quando andammo a trovare con i miei genitori degli amici che avevano la casa in campagna. Il divertimento massimo degli adulti era andare a raccogliere cicorie, mentre noi ragazzini (ed ero la più piccola) ascoltavamo musica dalla macchina aperta: c’era su “The Miracle” e, quando chiesi chi fosse a cantare, Anna mi parlò dei Queen con tale entusiasmo che le chiesi di prestarmi la cassetta per poterla riascoltare a casa; avevo solo 9 anni e la copertina, come le immagini interne, mi spaventavano un po’.
A novembre di quell’anno la tv annunciò la prematura dipartita di Freddie e sentendo tutto il clamore che ne seguì decisi di conoscere meglio quel personaggio che non avrei mai avuto la possibilità di vedere dal vivo. Così quando mio cugino Francesco mi diede in prestito Greatest Hits I & II niente fu più come prima: ogni canzone arrivava dritta al cuore.
Nel 1992 durante il programma condotto da una giovanissima Federica Panicucci, che si chiamava Unomania e andava in onda su Italia1, vidi uno spezzone del film “Fusi di testa” in cui i protagonisti cantavano e scuotevano la testa al ritmo di Bohemian Rapsody e poi fui abbastanza grande per vedere “Highlander – L’ultimo immortale”, film interpretato da Christopher Lambert e Sean Connery: un idillio per gli occhi, il cuore, le orecchie: come non innamorarsi di Who Wants To Live Forever?

Insomma credo che Freddie in un modo o nell’altro sia passato nella vita di ognuno di noi, chi più chi meno, e dove è passato ha lasciato un segno. Credo che dal 29 novembre 2018 le sale dei cinema saranno gremite di gente che, tutte insieme, rideranno, piangeranno e canteranno a una sola voce le sue canzoni sentendolo lì, presente. E ho già la pelle d’oca.

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